Aumenta del 50% il volume degli investimenti delle imprese nelle energie rinnovabili in Africa nel 2014, secondo quanto conferma il gruppo di consulenza Deloitte, che riferisce come il Fondo africano per le energie rinnovabili ha stanziato 200 milioni di dollari alle aziende attive in ricerca e sviluppo nel settore.
Sudafrica, Mauritania, Repubblica democratica del Congo, Ruanda e Ghana. Il Kenya, già nono produttore mondiale di energia geotermica, prevede di raddoppiare la capacità di produzione entro il 2016 mentre Nigeria e Angola, investono sullo sviluppo dell’energia solare.Solare anche per i Ghana che sta realizzano il quarto più grande impianto al mondo per un valore di 400 milioni di dollari.Il Sudafrica è già molto avanti in investimenti di energia solare ed eolica e continuerà a impegnarsi in ricerca e sviluppo su questi settori. Solare anche per il Ruanda, paese africano storicamente tra i più difficili, che sta scoprendo di avere qualche possibilità di ripresa economia proprio grazie agli investimenti in rinnovabili.

Si possono trovare inoltre progetti distribuiti sul territori rurali, come quelle portate avanti dalla rete SEARNET che diffonde presso gli agricoltori africani il know-how necessario per l'immagazzinamento di acqua piovana, l'uso di pompe idriche a energia solare potrebbe mutare radicalmente le condizioni di vita degli agricoltori di gran parte del continente. Iniziative basate sull'utilizzo di fonti idriche ed energetiche rinnovabili stanno emergendo in moltissimi paesi, inclusi Botswana, Etiopia, Kenya, Malawi, Ruanda, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe.Un impianto di pompaggio dell'acqua alimentato ad energia solare è stato installato nel 2004 a Kayrati, in Ciad, come risarcimento per la popolazione locale in cambio della terra sottratta all'agricoltura a favore della produzione petrolifera. In Sudan sono già presenti centinaia di stazioni di pompaggio simili, che hanno dimostrato la convenienza economica dell'operazione.
In Congo invece si va avanti nell’idroelettrico. L’obiettivo è raddoppiare la capacità di produzione con la diga di Grand Inga per raggiungere una capacità di 40 mila Megawatt.



