“Suntech non è in bancarotta. Una delle sussidiarie di Suntech Holdings, la Wuxi Suntech Power Ltd, che è solo una delle fabbriche di Suntech Power è in procedura di insolvenza”. 
Con queste parole Sergio Moroni, country manager Italy di Suntech, rettifica la notizia apparsa a fine maggio sul New York Times e rilanciata da PVcompare.net, dove si alludeva al fallimento dell’azienda. Fatta eccezione per la Wuxi, “le altre fabbriche del gruppo sono regolarmente in funzione”. 



Che Suntech – il cui titolo è quotato al NYSE di New York – sia in piena salute lo testimonia una novità dell’ultimora: la realizzazione di un impianto da 30 mw nella Baja California, in Messico, il più grande del Sudamerica. “Malgrado le difficoltà del mercato e la situazione generale di overcapacity, noi continueremo a produrre prodotti di alta qualità”, rassicura Moroni. 

Il country manager di Suntech si inserisce nel dibattito sulla qualità (cf. www.pvcompare.net/Allarmequalita-i-pannelli-difettosi-preoccupano-l-industria/news ) racconta – abbiamo iniziato ad assistere dal 2009 alla penetrazione di nuove aziende, con standard qualitativi molto bassi, che hanno trovato terreno fertile tra chi, per scarsa conoscenza o per mera convenienza, ha accettato di installare questi prodotti”. 

Dal suo punto di vista si tratta solo della punta di un iceberg: “E’ un problema che, prima o poi, il mercato e le aziende dovranno affrontare. Solo allora sarà chiaro che chi avrà fatto un investimento più oculato, spendendo qualche centesimo in più per watt di picco, non solo ci avrà guadagnato in termini di producibilità dell’impianto, ma avrà anche evitato danni potenzialmente molto importanti”. 

Lo standard qualitativo di Suntech, precisa Moroni, “è sempre stato molto elevato, e lo è tuttora”. Ne sono prova i numeri: più di 7 GW e 25 milioni di moduli installati in oltre 80 Paesi dal 2001 ad oggi. La multinazionale detiene il primato per maggior numero di pannelli installati nel mondo ed è considerata un partner tecnologico di qualità con prodotti efficienti e affidabili. “Gli impianti – ricorda il responsabile del mercato italiano – sono stati spesso installati in condizioni estreme, dai deserti africani e americani come ad esempio il Masdar Project di Abu Dhabi e il Sempra Project in Arizona, fino ai ghiacci del Canada”. 

La costruzione di prodotti Designed for Real Life Conditions (Progettati per condizioni di vita reale, ndr) ha un costo superiore rispetto ad altri modelli low cost. “Ma ne vale la pena”, ribadisce Moroni. “L’investimento è ampiamente ripagato dalla tranquillità di avere un prodotto sempre performante”. “Acquistare un modulo fotovoltaico richiede più attenzione alla qualità rispetto ad altri prodotti”, dichiara. “L’impianto – aggiunge – deve garantire la produzione di energia entro alcuni parametri di efficienza per almeno 20 anni e in condizioni di esposizione a tutte le intemperie e frequenti cicli freddo-caldo. Un sistema fotovoltaico è una piccola o media centrale di generazione di energia elettrica, con relative problematiche in termini di certificazione di qualità e sicurezza”. 

Tra il 2007 e il 2010, il boom del settore ha visto nascere una galassia di meteore del fotovoltaico, che hanno innescato la corsa al prezzo più basso. Un circolo vizioso che, secondo Moroni, ha compromesso gli standard di qualità, “soprattutto nel caso di aziende molto piccole, poco strutturate e quindi con scarse possibilità di investimento”. 

Il web 2.0 sta per portare ordine nel far west dell’industria fotovoltaica. Lo scambio di informazioni su internet, anche attraverso siti di comparazione come PVcompare.net, consente di testare la qualità di prodotti e aziende prima di finalizzare un acquisto. “Oggi – afferma ancora il country manager di Suntech – è molto facile verificare se un produttore di pannelli ha problemi sistematici oppure no. Iniziare a fare i nomi dei player inaffidabili aiuterà a segregare i buoni dai cattivi”. 

PVcompare team 
Roberta Rianna