È stato pubblicato proprio su Renewable Energy lo studio condotto da Giovanni Guarnieri dell’istituto di biometereologia del CNR di Firenze, l’analisi approfondita “Surface turbulence intensity as a predictor of extrapolated wind resource to the turbine hub height” che ha permesso di ottenere un calcolo rispetto le potenzialità degli impianti eolici.
Ogni impianto eolico produce una quantità di energia ma per sfruttare al meglio la producibilità di qualsiasi impianto è necessario cercare di ottenere un calcolo della potenzialità dello stesso partendo sia dalla localizzazione che dalla struttura, secondo lo studio effettuato il calcolo ottenuto permette di prevedere l’andamento delle turbine anche ad altezze particolarmente difficili da raggiungere con una strumentazione adeguata, i costi contenuti permetto inoltre di riuscire a creare un evidente vantaggio, già a partire dalla progettazione alla costruzione dell’impianto.
Il calcolo si otterrebbe dal rapporto tra la deviazione di densità media e standard della velocità del vento, calcolo che porterebbe a ottenere così l’intensità della turbolenza, come spiega lo stesso Gualtieri: "In campo eolico è un parametro fortemente critico, in quanto al suo aumentare crescono anche i carichi sulle turbine, che ne riducono il ciclo di vita, le perdite dell'energia prodotta e l'incertezza nella stima della produttività. Non a caso, tra i requisiti costruttivi cui le turbine in commercio devono ottemperare secondo le norme europee, uno dei più importanti è proprio la resistenza all'intensità di turbolenza del sito a cui sono destinate".
Questa ricerca ha dimostrato come il parametro di riferimento utilizzato fosse letto in chiave assolutamente positiva, dopo aver processato per ben due anni i dati emersi attraverso la misurazione e la rilevazione dei dati ottenuti dalla torre anemometrica di Cabauw ad un altezza compresa tra 80 e 100 metri, è risultata correlata all’esponente wind shear ovvero al profilo verticale della velocità del vento, dato spesso utile anche ad altezze superiori ai 100 metri di altezza.
I dati emersi da questo studio abbastanza dettagliato sulla velocità del vento e sulla sua intensità di potenza hanno portato a importanti informazioni circa la producibilità degli impianti eolici, il metodo ha rilevato però errori compresi tra il 4 e il 7% come lo stesso Gualtieri ha commentato: "Su una gamma di 15 aerogeneratori tra quelli disponibili in commercio con altezze del mozzo dell'ordine di 40 m, ha fornito un errore nella stima della producibilità energetica tra il 4.1 e il 6.2%. Su un set più ampio di 40 turbine con altezze del mozzo a 80 m, l'errore è risultato compreso tra il 6.2 e il 14.5%. Si tratta di risultati di grande interesse a livello applicativo, progettuale ed industriale".